giovedì 30 giugno 2016

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@@@@ 298  L’ANTIDOTO DELLA PULSIONE FISICA NELLA POESIA


Non avere un fisico contatto:
questa la triste situazione in cui mi trovo
che  genera il non voluto atto
con l’impulso interiore di sviluppare covo
in modo da far sparir retratto
ciò che interiorizzato ha valore che provo.

Momenti che con Lei vivon all’ossessione
in una maniera costante
che determina dentro l’istintiva emozione
da cui fuori è derivante
ben chiara quale sia mia attuale direzione.

L’Amore vincola ogni più profonda azione
e non c’è modo derivante
per ottemperare questo con una relazione
per cui è poi estenuante
accettare la nostra conclusiva condizione
reputata più importante.

Poi vengono le occasioni
che in conclusione d’atto spreco
con residuali motivazioni
di cui il cervello sente solo l’eco.

E’ iniziato un nuovo anno
e sprecare altre possibilità più non voglio
perché adesso d’affanno
non rimarrò dentro pieno ma solo spoglio.

La poesia è l’unica forma che ciò visualizza
al punto che diversamente butto
attimi della vita per poi catturar se schizza
quello che nasconde ogni brutto
riallineando il vital percorso che si raddrizza.

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